venerdì 25 maggio 2012

Tutta colpa dell'angelo


Quanto sono opinabili certe etichette, pensavo. 
Un libro “da spiaggia” o da “ombrellone”, ad esempio (sotto l’ombrellone mi sono sparata I fratelli Karamazov). 
Però ci provo a etichettarlo questo libro di Moore. 
Libro da stress. 
“Tutta colpa dell’angelo” è un libro da stress, funzionale e terapeutico quando si è stravolti per la fatica mentale da superlavoro, per la noia da routine logorante accumulata fin dentro i cuscinetti adiposi- o, per i più fortunati, nel midollo osseo -, quando si è sopraffatti dal rigurgito acido verso il buonismo e il politically correct.
Ecco, quando così si sta (o quando si è reduci dalla lettura di “Canto di Natale” riportando alterazioni abnormi della glicemia), forse è il momento buono per dedicarsi alla lettura da stress nonchè di invasione: invasione di personaggi bislacchi e sfigati, dall’angelo a vocazione sterminatrice al pipistrello parlante con gli occhiali da sole, dall’agente di polizia fatto e allampanato al biologo sessuofobico, dalla pazza furiosa ex attrice di b-movie guerreschi al suo “narratore”, dallo sciupafemmine cuore infranto all’acidissimo babbo natale morto e risorto, includendo in modo non periferico una schiera di comparse non morte, morti viventi, che al grido di cervello, cervello!!, mhhh, slurp, gnammm, mettono in serio, serissimo pericolo il Natale a Pine Cove, California.
Naturalmente, gli animi sensibili e tormentati, e quelli schizzinosi e schifiltosi, poco inclini al cazzeggio anche in tempo di pace, faranno bene a starsene alla larga. 
Se non dovesse piacere a qualche poco accorto lettore, “poi non date la colpa a me. Io vi ho avvisato” (cit.)



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