La deriva
dei continenti è un fatto scientificamente provato e inarrestabile.
Sul perché
le zolle continentali si muovano, le teorie sono diverse e non universali.
Anche le
masse umane, i singoli individui, sono spinti al movimento, e le cause, non le teorie sulle cause, sono diverse.
Trovare un
filo comune a questa “necessità” davvero
appare un disegno difficile e ambizioso:
se Banks ci fosse riuscito, avrebbe scritto un capolavoro.
Nel libro si
incrociano storie di “migranti”.
Il trentenne riparatore di bruciatori a nafta,
Bob Dubois, vive nel New Hampshire: ha
una casetta, una barchetta, una Chevrolet scassata, “Vota per i democratici, come faceva suo
padre, di tanto in tanto va a messa con la moglie e le bambine e crede in Dio
come ai politici: sa che esiste, ma non conta su di Lui. Ama la moglie e le
figlie. Ha un’amante. Odia la sua vita.”
Lascia la
sua vita, portandosi dietro moglie e figlie e Chevrolet, per cercarne un’altra
più comoda, più agiata, più consona al “sogno americano”.
Vanise è una
giovane madre haitiana.
Lascia la
sua terra, con il figlio attaccato al seno e il nipote adolescente, non per ricercare la felicità ma per sottrarsi alla morte sicura.
Crede nel potere
dei Loa, sa che il destino degli uomini
conta poco di fronte agli invisibili, e l’altra morte, quella della dignità che subisce durante il viaggio, la rende
impermeabile alla sofferenza, al rullio
delle onde e alla brutalità degli uomini.
Sarà
ancella di Ghede e sopravviverà .
Bob e Vanise
sono come due continenti alla deriva, anche se le cause del loro migrare sono
diverse.
La deriva
dell’uno e dell’altra li porterà a cozzare, a scontrarsi, e dal loro
incontro non verrà fuori che altra desolazione e sofferenza.
L’idea di
sovrapporre l’urgenza della natura umana che spinge uomini a lasciare ciò che sono per una vita altra all'ineluttabilità del movimento degli
elementi è affascinante, ma in realtà Banks non è questo che fa.
Le
giustappone soltanto.
Quello che
tenta di fare, da bravo maestrino, è spiegare
- come se non lo si sapesse – attraverso le storie di Bob e Vanise, che il mondo con le luci e gli attici, il sogno di avere e
possedere di più, la comodità, il gradino più alto da raggiungere, sono la causa
ultima di tutte le derive dei continenti rappresentati dai singoli uomini o da fiumi di uomini.
La chiusa
del libro, l’Envoi, mi è sembrata alquanto fumosa e contraddittoria (nonché
presuntuosa).
Scrive Banks:
“Si scrivono
libri – romanzi, racconti e poesie – infarciti di dettagli che tentano di
spiegarci che cos’è il mondo, come se la nostra conoscenza di persone come Bob
Dubois e Vanise e Claude Dorsinville servisse ad affrancare gente come loro.
Non servirà. Conoscere i fatti della vita e della morte di Bob non cambia nulla
nel mondo. Che noi celebriamo la sua vita e piangiamo la sua morte, lo farà.
Gioia e lutto per la vita di altri, perfino vite del tutto inventate – anzi
soprattutto quelle – priverà il mondo di parte dell’ingordigia che gli occorre
per continuare a essere se stesso. Sabotaggio e sovversione, dunque sono gli
obiettivi di questo libro. Và, mio
libro, e contribuisci a distruggere il mondo così com’è.”
( ????)
Ma se è
davvero insito nella natura dell’uomo
cercare – o sperare nel cambiamento, - a che è servito costruire il parallelo con la
deriva dei continenti?
Qual è il
sabotaggio, qual è la sovversione affidata al libro per privare il mondo di parte dell’ingordigia che gli occorre per
continuare a essere se stesso, e dunque per sottrarsi alla natura insita
nell’uomo del cercare il o sperare nel cambiamento?
Si stia buoni e fermi, sembra dire l’autore,
meglio sovvertire l’ordine del mondo accontentandosi di quello che si è e si ha.
(e sti
cazzi. Non è un caso che le religioni che pospongono la felicità oltre la
vita, sotto forma di paradiso o di giardini fioriti o di karma migliori, si siano imposte in modo così globale - se non lo puoi fare qua, almeno ti si apra il
contentino per dove e quando non si sa; stai buono e fermo, perchè se invece segui la natura, tanti guai ne
ricevi, punizioni, punizioni, inferni peggiori di questi! )
Vanise, affidandosi ciecamente alla forza di Loa,
sopravviverà.
(Ma non
vivrà mai più. Sopravviverà soltanto.)
Bob,
cercando di far pace con la propria coscienza urlante, morirà.
Le storie di Bob e Vanise hanno una sorta di
epicità – eroi negativo l’uno e positiva (? ) l’altra, e si leggono anche voracemente, si è
spinti a sperare la giusta ricompensa per Vanise, non una vita da zombie attaccata alle vesti del santone, e non
si riesce ad odiare Bob, nonostante i suoi
errori, perché è un inquieto, tormentato dai un’inquietudine nella quale è
addirittura possibile intravedere noi stessi.
Tuttavia, sarebbe
stato davvero bello e molto più interessante approfondire il tema della deriva dei continenti nel parallelismo
tra cieca forza geologica e istinto umano.
Bank non lo
ha fatto.
Non credo
che il suo libro contribuirà a distruggere il mondo così com’è.
Però sono sicura che se un regista bravo e sufficientemente visionario volesse, snaturandolo, trarne ispirazione, potrebbe fare un qualcosa di nettamente superiore al libro.
Però sono sicura che se un regista bravo e sufficientemente visionario volesse, snaturandolo, trarne ispirazione, potrebbe fare un qualcosa di nettamente superiore al libro.
Un regista come Darren Aronofsky.