lunedì 9 settembre 2013

Nella gabbia - Henry James

Nella gabbia c’è una telegrafista. 
Chi invia i telegrammi, o compra i francobolli per inviare lettere, è gente dell’alta borghesia e della nobiltà. 
Sono i ricchi, quelli che possono permettersi di comunicare a distanza all’inizio del XX secolo. 
Ed è a loro, con invidia mascherata a parole da disprezzo, che la telegrafista mira. 
Vorrebbe essere una di loro. 
La telegrafista coglie tra le migliaia di parole da contare, anche quelle che nascondono intrighi amorosi, tracce adulterine, galanterie sconvenienti. 
La sua fervida fantasia, o si immagina o si muore, la porta a credersi parte indispensabile e utilissima nella catena degli altrui intrallazzi: lei sa cose, decripta segreti. 
Mentre tiene in mano senza troppo entusiasmo il fidanzamento con il droghiere - che squallore, una vita da trascorrere nella modestia illuminata da una lampada a petrolio – costruisce giganteschi castelli di aria fritta, sperando, senza tuttavia essere troppo sfacciata - il perbenismo vittoriano si insinua nei ranghi della bassa borghesia più che altrove – che si avveri il sogno del balzo sociale, un matrimonio con un capitano, ad esempio. 
Ma i telegrammi rimandano solo straccetti di appuntamenti, il suo credere di sapere si rivela fallace quanto il suo sogno.

Pensavo alla terribilità della gabbia. 
Non come luogo di lavoro, ma come gabbia delle aspirazioni. 
Come avrebbe potuto cambiare la vita della telegrafista, se non attraverso un matrimonio “interessante”? 
Quanto sarebbe stato disdicevole esser zitella, per lei, piuttosto che prendere un marito il droghiere solo perché ne fa richiesta e ha una condizione economica non peggiore della sua, e che delusione e senso di pochezza, allora, rispetto alla propria esistenza. 
I movimenti femministi cominciavano a far sentire la propria voce, già allora. 
Eppure la telegrafista non vede nessuna altra forma di realizzazione personale se non quella legata all’ascesa economica e sociale, così come la sua amica fiorista, che frequenta le case delle nobilsignore più per accalappiare i single che per vantare la propria creatività. 
Che brutti tempi, erano quelli.

Però, a pensarci bene, anche adesso, eh. 
Di telegrafiste è pieno ancora il mondo, purtroppo. 
Sono sicuramente più sfacciate, ma tant’è, il risultato non cambia.

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