mercoledì 22 agosto 2012

La camera azzurra - Georges Simenon


Simenon è abilissimo nel tessere la trama come in un giallo, teso e asciutto, mantenendo alta la tensione del lettore fino a che i tasselli della storia si completino, facendo venire alla luce delitti e pene. 
Lo fa attraverso gli occhi di chi si stava beatamente godendo una gratificante relazione senza troppe preoccupazioni e attraverso l’incalzare delle domande di un giudice.

La camera azzurra racconta una storia di amour fou. 
Perché anche se seguiamo lo sconcerto il disorientamento lo sconforto e la sconfitta di Tony Falcone, dall’ultima volta nella camera azzurra alla camera affollata di un tribunale, la vera protagonista assoluta, la dominatrice della storia è Andrèe, la femme fatale e letale. 
Tony Falcone non poteva immaginare quello che sarebbe successo. Cosa c’entra il sesso con l’amore? 
Giséle, la moglie, “L'aveva scelta con cognizione di causa. La donna che desiderava sposare era una esattamente come lei e non un'amante scatenata”, non come Andrèe. 
“Non si passa la vita a letto, in una camera vibrante di sole, abbandonandosi al furore di due corpi nudi. 
Gisèle era la sua compagna, la madre di Marianne, quella che al mattino scendeva per prima ad accendere il fuoco, che teneva la casa pulita e allegra, e che quando lui tornava non gli faceva domande. 
Sarebbero invecchiati insieme, sentendosi sempre più vicini, perché col tempo avrebbero avuto sempre più ricordi in comune. A volte Tony aveva immaginato le loro conversazioni future, quando avrebbero cominciato a farsi vecchi.” 
La moglie è moglie, e l’amante è l’amante. 
Separate da un compartimento stagno che vede la prima incasellata dentro la cura della casa e dei figli e della vecchiaia e dei ricordi, e l’altra dentro il brivido carnale. 
Ed è questo lo scarto che impedisce a Tony di configurare sin da subito il senso delle ultime parole pronunciate nella camera azzurra, il loro peso, e che lo rende indifeso e incapace di reagire di fronte all’evolvere dei fatti, che lo imprigiona nella ragnatela tessuta dalla sua amante.

E poi Simenon dipinge alla perfezione l’inciucio, la massa compatta e indistinta della ggente che murmurea e che sa tutti i fatti di tutti, ed emette giudizi e condanne prima dei giudici, prima dei processi. 
Un bel romanzo ad altissima intensità di introspezione psicologica.

E però ho pensato, a latere: altri tempi. 
In quegli anni sono nati più figli da Ogino- knaus che dai loro padri. 
E ancora. 
Ma davvero ancora adesso la moglie è moglie e l’amante è l’amante?





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