giovedì 16 agosto 2012

La colazione dei campioni - Kurt Vonnegut


Questo è un libro illustrato. 
I disegnini sono fatti dalla mano di Vonnegut. 
Sono disegnini necessari, altrimenti è facile fraintendere quello che si vuol dire, e allora, se dice che qualcuno ha scritto sulla propria auto che è un bidone, cioè “un’automobile che non andava bene e che nessuno era in grado di riparare”, riporta la scritta gialla dipinta sul cofano del baule e su entrambi gli sportelli , a pennarellone nero a caratteri cubitali (così non si capisce un fischio per pernacchio) e poi, a scanso di equivoci, riproduce un disegno del bidone vero, quello dove nei cartoni animati si infilano i gatti con le lische di pesce in bocca (senza gatti e senza lische, con il coperchio chiuso), per ben differenziare le due cose. 
Così come è necessario disegnare una pistola calibro 38, ovvero “uno strumento il cui unico scopo era di praticare buchi negli esseri umani”, per rendere più esplicito possibile il referente.
Il referente è tutto. Son le cose, mica le idee che contano sul pianeta Terra. 
“E questa, secondo Trout, era la ragione per cui gli esseri umani non erano in grado di respingere le idee anche se cattive: "Sulla Terra, le idee erano simbolo di amicizia o inimicizia. Il loro contenuto non aveva importanza. Gli amici andavano d'accordo con gli amici al fine di esprimere amicizia. I nemici non andavano d'accordo con i nemici al fine di esprimere inimicizia. 
"per centinaia di migliaia di anni le idee dei terrestri, qualunque fossero, non ebbero la minima importanza, dato che non sapevano in ogni caso che farsene. Le idee erano simboli come qualsiasi altra cosa. Pag. 39 
Trout è uno scrittore di fantascienza, anche se i più venduti sono i suoi racconti sulle tope. No, non le femmine dei topi. Le altre. 
E’ anche lo scrittore che compare in Mattatoio n.5, quello a cui crede Billy Pigrim. 
Ed è il suo dannato destino che si creda a quello che scrive. 
Così succede a Dwayne Hoover, che prende per oro colato e verità assoluta le parole scritte nel romanzo “Ora si può dire” . 
“Caro signore, povero signore, coraggioso signore” lesse, sei un esperimento del Creatore dell’Universo. Sei l’unica creatura dell’intero Universo dotata di libero arbitrio. Sei l’unico che debba pensare a cosa fare dopo – e perché farlo. Tutti gli altri sono robot, macchine. 
Alcuni sembrano averti in simpatia, altri in odio, e tu devi chiedertene il perché. Non sono altro che macchine simpatrizzatrici e macchine odiatrici. 
Sei abbattuto, demoralizzato? “ continuò a leggere Dwayne. 
Perché non dovresti esserlo? Naturalmente è stancante dover ragionare sempre in un universo che non è stato fatto per essere ragionevole.” 
E dunque, il povero Dwayne, che già stava tienimi che mi tengo sull’orlo del precipizio, dà proprio di matto. 
(non è mai bene dare troppo credito a certi libri)
Il fatto è, che nel disordine totale del mondo contemporaneo, inquinamento/guerre/condizionamenti/poteredellemerci, risposte a cos’è la vita (oltre a così va la vita) non ce ne sono. 
E non ce ne sono neanche se le si chiede direttamente al creatore, un bizzarro giocoliere. 
"Mi sono reso conto, " riprese Trout, che Dio non è protezionista, così chiunque lo è commette sacrilegio e perde tempo. Hai mai visto uno di quei Suoi vulcani o uragani o trombe marine? Hai mai sentito parlare delle ere glaciali che Lui organizza ogni mezzo milione di anni? E che ne dici del cancro del castagno? Eccoti un bel provvedimento protezionistico. Di Dio, non dell'uomo. Magari, proprio quando avremo ripulito i nostri fiumi, Lui farà invece prender fuoco a tutta la galassia come un colletto di celluloide.”

Philboyd Studge, lo scrittore che genera il romanzo e dunque anche il creatore di tutti i personaggi del libro compreso Trout, con il quale avrà un face to face (falla!), nella premessa dice di averlo scritto per festeggiare il proprio compleanno. 
(toh, ma che combinazione, Studge è nato lo stesso giorno,mese e anno di Vonnegut)
Studge si atteggia a padreterno e fa un po’ come gli pare, mettendo giù una storia piena di divagazioni (la media mondiale era : quindici centimetri e quattro millimetri di lunghezza per quattro centimetri di diametro)* e dissacrazioni, si prende gioco dei valori contemporanei con sarcasmo, e domina e impera sui poveri personaggi con ironia ma anche con un sottile velo di pietà e di compassione.

Sì è molto divertito, mister Vonnegut, questa volta. 
(abbastanza anche io)

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