Già. Perché leggere i classici?
Perché “è meglio che non leggere i classici.”
Questa è la conclusione a cui giunge Calvino, dopo aver
cercato di definire quali siano i libri da considerare “classici”, nel saggio
introduttivo della raccolta.
Calvino cercava – e si deduce anche dalle sue
preferenze letterarie – di dare ordine al mondo, un
ordine che è esercizio della mente, nel disordine delle pulsioni e passioni.
Ma dietro la scorza del rigore intellettuale c’è il magma
infuocato, e perciò ho trovato molto
più affascinante del saggio sul Perché leggere i classici, l’elencazione “infinita” degli amori letterari,
la risposta per le Nove domande sul
Romanzo poste dalla rivista “Nuovi Argomenti” nel 1959, riportata a mò di
prefazione, di cui queste sono le righe conclusive:
“…Amo Gogol perché deforma con nettezza, cattiveria e
misura. Amo Dostoevskij perché deforma con coerenza, furore e senza misura. Amo
Balzac perché è visionario. Amo Kafka perché è realista. Amo Maupassant perché
è superficiale. Amo la Mansfield perché è intelligente. Amo Fitzgerald perché è
insoddisfatto. Amo Radiguet perché la giovinezza non torna più. Amo Svevo
perché bisognerà pur invecchiare. Amo…”
La stessa passione (amo, amo) si legge nei saggi raccolti in
questo volume (straordinario il tributo alla poesia di Montale “Forse un
mattino andando in un’aria di vetro”) , trentasei interventi scritti soprattutto negli anni ’70
e ’80 su autori e opere diversissimi per tempo e spazio e stile, da Omero a Queneau, dalla “Storia Naturale” di
Plinio il Vecchio al” Pasticciaccio” di Gadda.
Di vari autori non ho letto nulla: niente di
Senofonte, Ovidio, Plinio, Nezami(?), Martorell e il poema cavalleresco Tirant lo Blanc (??),
Gerolamo Cardano (???) , Voltaire,
Diderot, Ortes (????), Stendhal,
Stevenson, Pasternak – ma per ‘sto russo non è proprio scattata manco la
curiosità.
Mi conforta lo stesso Calvino:
“per vaste che possano essere le letture di “formazione”
d’un individuo, resta sempre un numero enorme d’opere fondamentali che uno non
ha letto.”
E ancora:
“ il leggere per la prima volta un grande libro in età
matura è un piacere straordinario”.
Sono finiti nella lista dei desideri “L’Altro Mondo,
ovvero Stati e Imperi della Luna” di Savinien de Cyrano (e io che pensavo fosse solo un personaggio immaginario creato dalla penna
di Rostand), “Il nostro comune amico”
di Dickens, “Daisy Miller” di Henry James, “L’uomo che corruppe Hadleyburg” e Il pasticciaccio di Gadda che ri-proverò a
ri-leggere per l’ennesima volta.
Su suo pungolo, spero
di poter godere ancora di molti piaceri
straordinari.
Nessun commento:
Posta un commento