domenica 20 ottobre 2013

Di vita si muore - Nadia Fusini

nadia fusini
E’ un saggio passionale, il lavoro della Fusini. 
Il prologo è una delle cose più fascinose che abbia letto, induce una smodata voglia di conoscere Shakespeare, ma di conoscerlo come la propria pelle. 
(come un amante) 
Nadia Fusini analizza in modo viscerale (nell’accezione più ampia del termine) una tragicommedia , Misura per misura, e cinque tragedie: Giulio Cesare, Amleto, Otello, Re Lear, Macbeth; ma vi sono riferimenti all’opera omnia di Shakespeare, alla poesia, alla filosofia, alla critica del 1500 e secoli più e secoli meno. 
Di vita si muore : la passione (la vita) è ciò che spinge a compimento la tragedia. 
“Sì, un uomo muore per il veleno di sostanze malefiche che lo attaccano da dentro. La morte è un’esperienza interna. Così si stupisce Amleto di fronte all’esistenza. 
Ogni occasione lo riporta sempre lì, a constatare che di vita si muore.” 
Dell’opera di Shakespeare viene esaltata la profonda conoscenza e messa in scena degli elementi passionali dell’esistenza umana: la passione della ragione che spinge Bruto ad uccidere Cesare e poi se stesso; la passione del dolore, il lutto, che stravolge Amleto; la lussuria, in “Misura per misura”; l’odio di Iago (il vero deus ex machina, il motore primo nella tragedia Otello); l’ira, la pietà, la paura. 
“E’ vitale morire, è mortale allearsi con l’istinto alla quiete”  
L’analisi della Fusini è puntigliosa, si sofferma non solo sulle azioni e sulle battute, ma anche sulle singole parole, sull’etimologia, sul perché Shakespeare ha scelto proprio un termine specifico e non un sinonimo. Passione al cubo, in questo saggio: la palpabile passione dell’autrice per William, la passione di William per le umane passioni. 
Tuttavia mi difettano i fondamentali, per plaudire o criticare: non ho letto le tragedie di Shakespeare (e manco conosco la poesia e la filosofia e i testi biblici dall’origine della scrittura ai tempi nostri). Da lettrice non edotta, posso solo esprimere le impressioni epidermiche senza entrare nel merito dell’analisi : una eccessiva prolissitudine , un pò di scetticismo quando la lettura in chiave cristiana dei personaggi e delle azioni diventa invasiva e pervasiva (e può pure essere, però a tratti mi sono sembrate proprio esagerazioni). 
Per il resto debordantemente e sinceramente appassionante (come sottotitolo comanda).


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